Sorella Morte, l’horror da non perdere in cui le suore fanno davvero paura

Sorella Morte, l’horror da non perdere in cui le suore fanno davvero paura


In questo pregevole esercizio estetico si innesta anche l’uso cromatico e simbolico del bianco – delle statue, delle tonache, dei muri – in contrasto col sangue. Le notti di Narcisa, alle prese con l’iterazione di manifestazioni paranormali sempre identiche eppure sempre più ominose, rende le stesse e la loro aspettativa sempre più terrificanti, sempre più inesorabili, sempre più opprimenti, tanto che si accoglie la prospettiva di un movimento in avanti in cui l‘orrore sopito si scatenerà quasi con sollievo. E quell’orrore, quando si compie e giustifica le proprie ragioni, svela radici che sono altro rispetto al soprannaturale, nate da una realtà scaturita dalle atrocità del regime franchista tanto terrena e aberrante da rendere sedie che si ribaltano e visioni di impiccagioni quasi sopportabili.

Sorella Morte l'horror da non perdere in cui le suore fanno davvero paura

DanielEscale

Tutta la pellicola è attraversata da una tristezza inesorabile e dalla malinconia. Il fatto che ciascuna interprete – dalla bimba che si scorge di fuggita fino alla protagonista Aria Bedman – siano molto brave trascina immediatamente lo spettatore nel suo stesso stato di insicurezza, di paura, di rimorso e allarme. La Bedmar è quasi eterea nei panni della diafana novizia che trascina la propria croce con pia docilità. Nei panni di una Narcisa tormentata e rosa dal dubbio dimostra un controllo incredibile sul proprio corpo: si muove come una piuma nonostante su di lei gravi il peso drammatico di quasi tutta la narrazione ed è sfuggente come se fosse, lei stessa, una visione mentre intraprende un viaggio intimo che conduce alla liberazione dei fantasmi del passato e di se stessa.



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di Lorenza Negri www.wired.it 2023-10-27 04:20:00 ,

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